Alfredo Macchiati Luigi Prosperetti

La politica dei campioni nazionali: tra rinascita e crisi

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Abstract

The paper provides a critical discussion of the arguments proposed - with an increasing frequency in several countries - for adopting policies seeking to promote "national champions", which are currently. After providing a working definition of such policies, we show how neither economic theory, nor experience, support such arguments. On the theoretical side, proponents of such policies neglect to consider their costs, which arise both from the failures they induce in several markets, and by regulatory failures, as the managers of these companies face a distorted set of incentives. The failure of such policies in practice is analysed considering the extensive failure of the French policies based on "high-tech Colbertisme" which sought, from the 1980s, to promote aggregation among large domestic industrial companies, in order to help them become successful abroad. We conclude that there is no sound basis for such policies, and thus that countries should certainly abstain to try and create national champions by design: large, profitable companies in competitive sectors have historically grown through successful business strategies, not through government intervention. Il lavoro si propone di dar conto criticamente degli argomenti che vengono portati in favore della politica dei campioni nazionali e che nel periodo più recente sembrano aver acquisito nuova popolarità nel dibattito di "policy". Dopo aver proposto una definizione di campione nazionale si argomenta come né la teoria economica né l'esperienza - esaminata relativamente ad alcuni casi e aziendali alla politica di "colbertismo high tech" perseguita dalla Francia - forniscano alcun supporto convincente alle politiche volte al sostegno di campioni nazionali. Si rilevano limitate eccezioni a questa osservazione, nei casi in cui vi siano massicce "market failures" (per valutare le quali non bisogna però dimenticare le "regulatory failures") e nel caso in cui vi siano politiche di tal natura poste in atto da altri paesi che debbano essere contrastate. Inoltre si mette in evidenza la tensione che esiste tra la politica dei campioni nazionali e altre politiche pubbliche, prima fra tutte quella della concorrenza. Da questo punto di vista, la praticabilità della politica dei campioni nazionali trova ostacoli nel fatto che i mercati, sia dei prodotti che dei capitali, sono ormai globali, ed è difficile per un campione nazionale avere successo su di essi, se non è effettivamente competitivo. Sul piano delle politiche si raccomanda quella di "pura ortodossia liberale": non creare campioni nazionali quando non se ne dispone; non smontarli quando se ne dispone. In ogni caso sarebbe comunque necessaria una attività di trasparente valutazione di costi e benefici, di monitoraggio e di "accountability", che non è facile far emergere, come mostrano "ad abundantiam" i casi esaminati nel lavoro.

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