Manfred Hermann Schmid

Der Einfluss der Da-capo-Arie auf andere Arienformen. "Grecia tu offendi" aus Händels letzter Oper "Deidamia" von 1741

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Abstract

La ripetizione è un principio base della morfologia musicale: senza ripetizione, niente forma. Non si può dir lo stesso della lingua, che schiva le ripetizioni: e infatti le formule linguistiche fondate sulla ripetizione ricadono perlopiù in generi destinati al canto. La ripetizione diventa importante in musica attraverso qualcosa che la lingua non conosce: la tonalità. La costituzione di una forma equivale a un viaggio attraverso lo spazio tonale: l'effetto di chiusa è procurato ritornando al punto di partenza. Questo ritorno a casa è la caratteristica distintiva della morfologia musicale; e se gli si associano anche fattori motivici, risulterà tanto più efficace. Il da capo dell'aria all'italiana è un caso idealtipico. Al principio della ripetizione deve assoggettarsi anche il testo. Il suo ritorno è preparato dal fatto che già all'inizio la prima strofa è enunciata due volte: fa parte delle regole ferree della forma che nella sezione A vi siano almeno due enunciazioni complete della strofa. A una ripetizione "esterna" se ne somma una "interna": un costrutto singolare, che nella storia della musica vocale si presenta come una delle forme più stabili e tenaci, in cui il testo si conforma e si adegua alla musica, fin nell'uso delle uscite piane e tronche, finalizzate alla cadenza. Come forma musicale ideale l'aria col da capo incide anche su altre forme di aria. Appunto tale incidenza viene esaminata qui, sulla scorta dell'ultima opera italiana di Händel, Deidamia (1741). Nella prima aria, "Grecia tu offendi", il testo si presenta in tre strofe, lascia dunque presagire una forma musicale peculiare: di fatto viene poi piegato a una forma modificata di aria col da capo. Händel riplasma il modello di base: produce una forma a sviluppo, orientata verso un bersaglio determinato. Proprio qui sta la modificazione dell'idea stessa del da capo: il testo, più che consolidarsi e compattarsi attraverso la ripetizione, deve compiersi. A Händel non importa tanto la collaudata capacità dell'aria col da capo di perpetuare un certo stato: gl'interessa la qualità di propiziare un evento. Ma tutto ciò, per quanto nuovo sia, si verifica appunto sulla base dell'aria col da capo: in un certo senso, alla forma da capo non ci si può sottrarre. Eppure i musicisti, a furia di tentare di (r)aggirarla con mille sottigliezze, procurano tante e tali modifiche da mutarne infine i connotati. Una forma di "attualizzazione" del modello di base consisterà, più avanti, nel decurtare la ripetizione mediante la ripresa dal segno. La soluzione di Händel va in direzione esattamente opposta: egli amplia il da capo conglobandovi la strofa C. Il che vuol dire: per Händel, nel 1741, il potenziale dell'aria da capo è ben lungi dall'essere esaurito.

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